Oltre alla locomotiva, non possono mancare le carrozze d’epoca: attualmente si può contare su un numero complessivo di cinque carrozze, atte al servizio regolare per treni storici.
Si tratta delle famose carrozze tipo “Centoporte“, così chiamate perchè hanno una porta per ogni scompartimento! Le Centoporte sono carrozze degli anni ’30, con cappelliere e panche in legno e finestrini piccoli, ma numerosi. Ogni vettura ha due ritirate (WC) e i mantici permettono di passare da una carrozza all’altra lungo il treno.
STORIA DELLE CARROZZE
All’inizio della storia delle ferrovie i veicoli per il trasporto dei viaggiatori s’ispirarono direttamente alle diligenze con il ripeterne più volte il modulo, caratterizzandosi quindi con portiere laterali per ogni fila di sedili.
Anche quando si diffuse il corridoio centrale, che permetteva di circolare all’interno, in tutta Europa si continuò a costruire carrozze a sportelli laterali multipli. Le Ferrovie dello Stato, all’indomani della loro costituzione nel 1905, ordinarono carrozze a carrelli con telaio metallico e cassa di legno munite ancora di una porta per ogni modulo di sedili, rinnovando nelle dimensioni una tipologia prima realizzata su corte vetture a due o tre assi. Finita la prima guerra mondiale, in considerazione dei pesanti oneri di manutenzione derivanti dalle casse di legno, dei progressi delle tecniche costruttive e della maggiore potenza delle locomotive, s’inizio la costruzione di carrozze con cassa metallica, caratterizzate da porte di estremità, corridoio laterale e compartimenti. Progettate nel 1921, fra il 1927 e il 1928 furono consegnate fra le altre 100 carrozze di prima classe Alz 10.000. Ma le nostre ferrovie non volevano disfarsi delle tante vetture a portiere laterali del 1906/1907, per le quali progettarono una ricostruzione a cassa metallica sui telai originali: nacquero così le vetture destinate ad essere in seguito identificate presso il grande pubblico come “centoporte”. Si cominciò nel 1928 con carrozze “lunghe” immatricolate come Clz 39.000 e la 39.117, frutto però di una ricostruzione del secondo dopoguerra. Nel 1929 furono ordinate le classiche Clz 36.000, consegnate fra il 1931 e il 1939 in ben 1.300 unità, di cui cinque utilizzate da Adriavapore, alle quali si deve aggiungere la Clz 37.094 che ci ricorda come, data la possibilità di numerare con tre cifre solo 1.000 veicoli (da 000 a 999), il gruppo delle Clz 36.000 sia “sconfinato” nel 37.000. La numerazione fu infatti stabilita da 36.000 a 37.299. Nel frattempo le FS proseguivano con l’immissione di nuove carrozze a compartimenti e la Cz 31.096 del 1932, oggi unica circolante in Italia delle originarie 150, ci ricorda in modo concreto un modo di viaggiare assolutamente spartano. Come possiamo notare nella sua sigla composta da “C” (terza classe) e “z” (a carrelli) n
on è più presente la “I” maiuscola, che indicava fino a quell’epoca la presenza dei mantici d’intercomunicazione, indicazione rimasta però su postali e
bagagliai, come il DI 92.025.
Per i viaggiatori di terza classe un salto di qualità avvenne negli anni 1938/1940 con la consegna di ben 750 carrozze del gruppo Cz 32.000, dotate di compartimenti muniti per la prima volta di sedili imbottiti. Adriavapore può presentare due unità con la marcatura di seconda classe adottata al momento dell’abolizione della terza il 3 giugno 1956, vale a dire Bz 32.585 e 32.720, a sottolineare la maggiore comodità da esse offerta. Nell’insieme, pertanto, il parco carrozze di cui può disporre Adriavapore rappresenta a grandi linee la storia della loro evoluzione tecnica in ambito FS senza dimenticarne l’estetica, caratterizzata dal ripristino della coloritura “verde vagone” che le vetture adottarono dalla creazione delle FS al 1936 e del tipico bicolore “castano e isabella” che accompagnò i treni da quell’anno fino al 1961, quando lasciò il campo al solo “castano”. II viaggiare su questi veicoli ormai desueti offre al passeggero del terzo millennio la possibilità concreta di provare emozioni antiche e di valutare in diretta la lunga evoluzione che ha portato ai treni di cui si serve invece abitualmente.